#Ponza – Iride Cologno Rugby: “Un volontario per amico”, capitolo secondo

Nell’ultima settimana di Maggio 2015 sbarca a Ponza un’insolita e variopinta squadra di volontari, un gruppo di amici e giocatori di rugby provenienti da Milano, la maggior parte dei quali veste o ha vestito la maglia dell’Iride Cologno Rugby, squadra di rugby militante nel campionato regionale lombardo di serie C elite.

Entusiasti dopo la memorabile esperienza vissuta con l’edizione dell’anno 2014, Giacomo Taglietti (medico veterinario), Alessandro Maffioli (impegnato nel food&beverage, cambusiere e cuoco del gruppo), Paolo Ravasi (bartender e somelier), Salvatore Schiavone (operatore ecologico), coinvolgono per questa nuova avventura anche Diego Squassi (venditore e consulente per materiali in edilizia), Davide Bottignolo (futuro enologo, cambusiere ed esperto di cucina alla griglia del gruppo), David Buttiglieri (fruttivendolo), Daniele Prattichizzo (operatore ecologico), Alfredo Privitera (pubbliche relazioni), ed Armando di Placido (ingegnere meccanico).

L’obiettivo questa volta è nobile, dupilce ed ambizioso; in primis partecipare al progetto “un volontario per amico“, l’ormai nota iniziativa della Proloco di Ponza, che prevede lavoro volontario di manutenzione delle spiagge, sentieri e patrimonio storico-culturale dell’isola di Ponza in cambio di alloggio gratuito in case con cucina, ed al termine della settimana di lavoro riuscire a giocare la prima partita di rugby con arbitraggio federale mai disputata sull’isola.

La settimana comincia subito con il sole e con molto entusiasmo, e raggiunta l’isola il lunedì in tarda mattinata, una volta collocati i bagagli nelle case, viene subito messo a disposizione un natante a motore dagli amici del noleggio gommoni Divaluna per espolare le meravigliose cale ponzesi ed effettuare i primi, pacifici “rastrellamenti”.

Dopo qualche ora in mare, il natante rientra in porto con i volontari subito arrostiti dal primo sole, e con a bordo materiale plasitico ed inerte di varia natura, oltre che un “trofeo” ben più voluminoso, un ingombrante paraurti di un’utilitaria.

Il pomeriggio lascia il posto alla sera, che arriva con tutta calma, come è caratteristico di questa fase dell’anno. Le luci ed i colori dell’isola stregano da subito il gruppo, i nostri esperti di vini consigliano gli abbinamenti più adeguati con le pezzogne alla griglia, piatto squisito accompagnato da una salutare e gigante insalata, entrambi molto ben cucinati dai nostri chef del gruppo per la nostra prima sera ponzese. Ovviamente non è avanzato nulla !

La mattina successiva i volontari sono impegnati sulla spiaggia di Frontone, una meravigliosa ed ampia distesa di ghiaia sotto una grande falesia, al di sotto della quale è presente una verdissima e rigogliosa vegetazione.

Anche qui molta plastica, vetro e materiale inerte della più variegata natura, che viene raccolto in numerosi e voluminosi sacchi neri, che vengono ordinati di fronte all’accesso alla spiaggia per le barche, in attesa che vengano rimossi dagli addetti. 

Dopo un’intensa mattinata di lavoro di squadra, la spiaggia ha un altro, gratificante aspetto, e dopo vari bagni ristoratori i volontari affamati aspettano il passaggio verso il porto offerto dalla barca in servizio alla Comitiva Barcaioli Ponzesi.

Finalmente in compagnia di Emilio, amico e vero riferimento per i volontari sull’isola, ci si rilassa e ci si rifocilla davanti ad un pranzo nel ristorante dell’amico Mauro, che delizia i nostri palati con un menu tipicamente isolano.

L’occasione è perfetta per pianificare la giornata successiva, che vedrà impegnata la squadra sull’isola di Zannone, selvaggia perla dell’arcipelago pontino, tanto rilevante dal punto di vista naturalistico da essere annessa al parco nazionale del Circeo.

L’ente parco, apprezzando la volontà di intervenire con pulizie e recuperi di materiale inerte anche qui, ha concesso un permesso di pernottamento, normalmente non permesso ai visitatori.

Mercoledì 27 maggio in primissima mattinata una parte della squadra si occupa della manutenzione della spiaggia di Sant’Antonio, interessata da recenti opere di rinnovamento, mentre i cambusieri si occupano delle provviste e del loro stivaggio per le prossime ventiquattro ore.

Sempre in mattinata ci raggiunge dal continente Ester, la responsabile dell’ente parco nazionale del Circeo, pronta a scortarci per la nostra prima volta sull’isola di Zannone.

È pronto il maxi gommone Divaluna che ci porterà sulla tanto sognata “isola deserta”, carico di bagagli ed aspettative. A rappresentare l’isola di Ponza ed a farci da ulteriore guida c’è anche la ponzese Lina Raso; manca purtroppo Emilio, bloccato sull’isola di Ponza da questioni burocratiche e lavorative.

Dopo una traversata tranquilla, Ester ci racconta dell’isola; rapiti dalla magia del posto, ed in compagnia del solo verso dei gabbiani e dello sguardo curioso di qualche muflone che ci osserva da lontano, ascoltiamo.

Ci rendiamo conto di essere in un piccolo paradiso, dalla vegetazione variegata, con pochissime tracce del passaggio dell’uomo, e da subito godiamo del privilegio dello scenario naturale che ci si prospetta.

L’isola è piccola, con una vegetazione lussureggiante tipicamente mediterranea, che si divide in maniera netta in una zona boschiva dove si cammina al fresco all’ombra dei lecci, ed un’altra parte a vegetazione bassa ricca di profumati arbusti, agavi e ginestre.

Un tempo definita la legnaia ponzese, in quanto utilizzata da ponzesi appunto per gli approvvigionamenti di legna, vede la presenza di una popolazione di circa 40 capi di muflone, un mammifero introdotto in passato per scopo venatorio, ed ora diventata specie protetta.

Saranno una presenza costante e curiosa per tutta la nostra permanenza sull’isola.

L’area destinata al nostro accampamento è a fianco ai resti di un monastero, costruito dai monaci cistercensi sui resti di un’antica villa romana, ormai in stato di abbandono e disuso da vari secoli.

La vista è meravigliosa, ed una volta sistemata l’attrezzatura per l’accampamento, proseguiamo in direzione del faro.

Durante la camminata c’è tempo anche per il gossip, e tra una chiacchiera e l’altra Ester ci racconta anche dell’eccentrica coppia dei Marchesi Casati Stampa e del loro triste epilogo.

L’isola era infatti il teatro del loro incofessabile segreto.

Dopo una piacevolissima camminata al riparo dal caldo, una volta giunti al faro, ormai del tutto automatizzato e disabitato, indossiamo i guanti, prepariamo i sacchi neri ed iniziamo il nostro lavoro.

Nonostante la temperatura alta ed il sole ancora a picco, lavoriamo di buona lena, e nel giro di qualche ora di lavoro riempiamo una quantità davvero inaspettata di sacchi neri con materiale inerte.

Il “bottino” è rappresentato principalmente da polistirolo, plastica e vetro; non mancano però le sorprese, tra cui una gomma e cerchione di un’auto, una gigantesca boa ed una bombola domestica per il gas. una parte dell’approdo al faro, probabilmente la più esposta alle mareggiate invernali, ci impegnerà per la gran parte del tempo; in questa zona, la presenza di materiale organico (legno) misto a polistirolo in grande quantità, rende il lavoro piuttosto lento, diventando un’attività più simile al setaccio che al recupero vero e proprio.

Dopo qualche ora in nostra compagnia Ester si reca all’approdo, dove una barca l’aspetta per riportarla alla terra ferma.

Noi abbiamo giusto il tempo per sistemare i sacchi neri, fare un altro giro a piedi per i sentieri dell’isola e goderci un tramonto unico e memorabile, ammirato da un invidiabile balcone con vista su Ponza e Palmarola di fronte a noi, ed il promontorio del Circeo alle nostre spalle.

Sfruttando la luce, ne approfittiamo per cenare.

Sono momenti intensi e magici, che ci fanno sentire il privilegio di vivere anche solo per una notte questo splendido angolo di pianeta, dove manca l’incontrollata e molesta impronta che talvolta lascia la mano dell’uomo moderno.

La notte passa quieta, e l’indomani mattina rientriamo verso Ponza questa volta accompagnati dal capitano Emilio, a cui raccontiamo per filo e per segno le nostre sensazioni ed avventure.

Ormai vissuta e sentita come casa, arrivati a Ponza guardiamo Zannone con un altro sguardo, più consapevole e pieno di ricordi e colori.

Non c’è però tempo per lasciarsi andare alle malinconie, e ci rimettiamo al lavoro sulla spiaggia di Sant’Antonio, che vedrà impegnata la squadra a pieno regime per i due giorni successivi.

La spiaggia infatti vedrà a breve l’inaugurazione dei nuovi lavori di rinnovamento, e noi cerchiamo di pulirla eliminando al meglio erbacce e sassi in quantità davvero notevole.

Zappe, cariole, badili e setacci saranno i nostri utensili per le nostre utlime due sessioni di intenso lavoro, c’è però il mare a pochi passi e quando la temperatura sale troppo, ed in pausa invece della macchinettà del caffè ci si può rinfrescare con un bagno.

Purtroppo in questi giorni arriva anche una notizia inaspettata, la squadra che aspettavamo per la partita di sabato ha dato forfait, a causa di problemi organizzativi all’interno del club.

La delusione è grande, ma decidiamo di giocare ugualmente, tra di noi.

Era davvero tutto pronto al “Calacaparra stadium”, per scrivere una nuova e singolare pagina della storia di Ponza, e per un terzo tempo davvero in grande stile isolano, con birra e pesce spada per tutti.

Il campo della Polisportiva Isola di Ponza è un manto verde in ottime condizioni, e sabato ci siamo divertiti comunque, giocando tra di noi e coinvolgendo anche le nostre ragazze (che ci hanno raggiunto sull’isola proprio sabato) e due amici isolani che osservavano curiosi.

Sarà proprio Federica a segnare la meta finale del nostro mini torneo !

Il nostro sport ci insegna che non serve essere precipitosi, ma prendere tutto ciò che di buono ci è stato offerto dalle circostanze e continuare a giocare, sempre. Questa settimana è stata ricchissima di emozioni positive, difficile elencarle tutte e descriverle con le parole. Di sicuro a rendere eccezionale quest’avventura hanno contribuito l’unicità dell’isola con il suo indiscusso fascino, ma senza le persone che abbiamo avuto intorno ed al loro calore tutto questo non sarebbe stato nemmeno immaginabile.

Emilio, un amico che si adopera con passione per dare un taglio al turismo sull’isola sempre più legato ad ecologia, memoria storica e sport, e che grazie all’aiuto del sindaco Vigorelli ci ha fatto ottenere un permesso per portare la nostra attività di volontari anche sull’isola di Zannone.

Lina, infaticabile camminatrice e narratrice della storia di Ponza.

Il parco nazionale del circeo, nella figura di Ester, simpatica e paziente guida di un gruppo di curiosi ed entusiasti volontari avventurieri “di città”.

La Polisportiva di Ponza, che ci ha concesso l’utilizzo della propria struttura sportiva con assoluta fiducia.

La Proloco di Ponza, che nel suo piccolo insegna ai più grandi come da un semplice ufficio, se l’idea è positiva e trascinante, si possano muovere persone e creare entusiasmo in un periodo storico certamente di grande transizione, dove la rete globale che ci connette se utilizzata a dovere può creare grandi opportunità, e talvolta cambiare realmente le persone.

Fatica, lavoro di gruppo ed ambiente naturale vergine possono rinsaldare legami per una vita.

Arrivederci Ponza !

E grazie ! 

Giacomo, uno dei “ragazzi del rugby”