Terrorismo, caccia a due libici: sarebbero pronti a seminare il terrore

libici
Gli identikit (L’Espresso)

Due presunti terroristi islamici, forse di nazionalità libica, si nascondono nel centro di Roma. Nessuno conosce ancora i loro nomi, ma “l’Espresso” ha scoperto che la caccia all’uomo dura da qualche giorno, ed è in grado di pubblicare l’identikit con cui le forze dell’ordine stanno tentando di stanarli. I due presunti estremisti (uno sotto i 30 anni, con i capelli corti, l’altro più giovane, alto e con le treccine) sono considerati molto pericolosi, e poco tempo fa hanno tentato di comprare armi da fuoco sul mercato nero della Capitale. Poi (ha chiosato un’altra fonte dei carabinieri all’Adnkronos) sono entrati in un’armeria, chiedendo il prezzo di giubbotti antiproiettili e visori notturni. Così facendo si sono traditi: qualcuno ha capito le loro intenzioni, ha sentito puzza di bruciato e ha subito informato i servizi antiterrorismo, che ora stanno setacciando la Capitale per arrestarli.

La tensione è alle stelle: «Si tratta di soggetti islamici pericolosi, sospettatati di terrorismo» si legge nella nota che l’Arma ha girato ai suoi uomini sul territorio. «Caso rintraccio fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante». Si sospetta che i due siano ancora nel centro della città: le ricerche si stanno concentrando nel quartiere dell’Esquilino e del Pigneto, le zone multietniche della Capitale con due moschee molto frequentate.

Nessuno sa perché i due libici (così si sono dichiarati ai potenziali “venditori”) volessero acquistare armi illegalmente, né quali siano i loro obiettivi. Di sicuro il nuovo contesto (le azioni dei guerriglieri dell’Isis che controllano ormai importanti città della costa libica, l’uccisione brutale di 21 cristiani copti di nazionalità egiziana e le minacce all’Italia – «siamo a Sud di Roma!», hanno scritto in nel video delle decapitazioni) preoccupa moltissimo gli inquirenti. «Noi controlliamo i potenziali attentatori e i foreign fighters che hanno combattuto in Siria e in Iraq, li seguiamo uno a uno» chiarisce una qualificata fonte dell’antiterrorismo. «In Italia ne monitoriamo una cinquantina, alcuni sono pure italiani. Ma temiamo anche le azioni militari di cani sciolti che non abbiamo ancora identificato. Il rischio di emulazione dopo le stragi di Charlie Hebdo e di Copenaghen è enorme». I due potrebbero essere arrivati in Italia da qualche tempo, e far parte di una delle cellule jihadiste da sempre operanti in Libia che da qualche mese hanno issato le bandiere nere dell’Isis.

Il livello di guardia per possibili attentati interni si è alzato ancor di più due giorni fa. Dopo che alcuni ministri (quello degli Esteri Paolo Gentiloni e quello della Difesa Roberta Pinotti) hanno ipotizzato una partecipazione militare dell’Italia contro le milizie jihadiste che si ispirano al Califfato di Al-Bagdadi. «Siete dei crociati», hanno risposto gli estermisti, minacciando azioni eclatanti. «È possibile che i due presunti terroristi libici siano arrivati in Italia tempo fa, e che ora abbiano deciso di agire. Ma è presto per dirlo», conclude la fonte. «Intanto stiamo tentando di fermarli».

Mentre Matteo Renzi e la Ue spingono per una soluzione diplomatica della crisi nordafricana e Angelino Alfano ha annunciato un piano di sicurezza nazionale con 4800 soldati sulle strade per aumentare la protezione di sedi sensibili (dall’Expo ai giornali, dal Vaticano alle autorità di polizia, dalle sinagoghe alle ambasciate), la paura si fa sempre più concreta, i pericoli più reali. In un lungo dossier “l’Espresso” in uscita il prossimo venerdì farà un’analisi sulla guerra civile in Libia e sui rischi che corriamo a casa nostra.

 

fonte: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2015/02/18/news/terrorismo-caccia-a-due-libici-a-roma-1.200097