“Lasciare andare”, il nuovo romanzo in versi endecasillabi di Max Deste

Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove Voci – Le piume
Genere: Poesia
Pagine: 144
Prezzo: 9,90 €

«L’esistenza era sempre rallentata, ogni giorno era uguale al precedente, la direzione era irreversibile e il tempo distribuito casualmente. Un abisso inghiottiva ogni speranza, lasciandomi solo col mio dolore, e mi chiedevo quale fosse il senso e perché avrei dovuto lottare […] Nel cuore della notte camminai lungo una strada di periferia, le luci lontane della città attutirono il mio senso d’angoscia. Senza una meta vagavo, e vagavano i miei pensieri avvolti dalla nebbia che davanti a me a tratti si dissolveva lasciando intravedere l’orizzonte. Sotto la pioggia che cadeva piano, a corsa vidi arrivare mia mamma; prima di svanire col mio sogno, salutò con un cenno della mano»: lo scrittore e cantautore Max Deste offre una prova letteraria di grande sensibilità nell’opera in versi endecasillabi “Lasciare andare”. La vicenda ruota intorno alla figura di un interessante personaggio che, sin da ragazzino, ha avuto come sole compagne fedeli la solitudine e la sofferenza; in questo diario poetico ci viene narrata la sua storia dalla preadolescenza fino alla maturità, puntando l’attenzione in particolar modo sulla sua vita interiore, fortemente provata da anni di dolore e turbamento. Il protagonista perde la madre a tredici anni e deve vivere con un padre alcolista; il genitore si risposa ma le cose non vanno meglio: il giovane è profondamente solo, alienato da un mondo insensibile alla sua sofferenza. Solo vagare nella natura gli offre una dimensione di tranquillità in cui può raccogliere i pensieri e non sentirsi soffocare; anche la lettura e, in seguito, la scrittura, lo salvano dal baratro. È molto probabile che il protagonista sia una sorta di alter ego dell’autore: entrambi, infatti, scrivono un diario in versi endecasillabi; mentre Deste utilizza il filtro poetico per sperimentare un nuovo modo di raccontare, più intimo e raccolto, il protagonista crede invece che la regolarità dell’endecasillabo sia il solo espediente utile per dare ordine al caos della sua esistenza. Egli si rifugia spesso nei ricordi del suo complicato passato, per poi tornare bruscamente nel presente amareggiato e confuso; la morte della madre è il primo e più grande dolore della sua vita, che purtroppo non resterà il solo, ed egli cerca quindi conforto dove può. Max Deste ci racconta la storia di un uomo segnato da un destino avverso, il quale però compie un importante percorso di consapevolezza in cui, infine, comprende che per essere felici bisogna imparare anche a lasciare andare, e avere il coraggio di aprirsi agli altri e amare senza timori.

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