Sblocca Italia: Gaeta recupera “Casa Tosti”, “Cialdini” e “Forte Emilio”

Valorizzazione dei beni immobiliari della Difesa non più utili agli scopi militari. Oggi è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» il decreto attuativo con la prima lista di 11 immobili in alcune città d’Italia che seguiranno la nuova procedura tracciata dal decreto Sblocca Italia (articolo 26, comma 2). La scelta è caduta su grandi strutture inutilizzate da tempo. Per sette di questi immobili è già stato perfezionato il trasferimento allo Stato. I tempi sono in linea con quanto prevede lo Sblocca Italia, con il decreto atteso entro 45 giorni dalla conversione in legge del Dl 133/2014. Il decreto dell’agenzia del Demanio porta la data del 24 dicembre ed è approdato in «Gazzetta» subito dopo l’Epifania.

Le strutture coinvolte sono le seguenti: caserma “Cavarzerani” (Udine), caserma “Friuli” (Udine), complesso ex S.m.o.m. (Pozzuoli), Casa “Tosti” (Gaeta), caserma “Cialdini” con Torrione dei Francesi (Gaeta), forte Emilio Savio (Gaeta), ex Caserma “Bonomo” (Bari), caserma “Dante Alighieri” (Ravenna), caserma “Cairoli” (Pavia), caserma “Cavalli” (Novara), caserma “Milano” (Bari).

Si tratta, come sottolinea il decreto in Gazzetta di «un primo portafoglio immobiliare avente le caratteristiche idonee a soddisfare le finalità di valorizzazione previste dal citato art. 26 (dello Sblocca Italia, ndr)». La procedura prevede che entro 30 giorni l’agenzia del Demanio, d’intesa con la Difesa, limitatamente agli immobili in uso al medesimo e non più utili alle sue finalità istituzionali, possa fare una proposta di recupero dell’immobile con diversa destinazione urbanistica, «anche previa pubblicazione di un avviso di ricerca di mercato per sollecitare la presentazione della proposta da parte di privati». In questa situazione si trovano in particolare gli ultimi 4 immobili della lista: caserma “Dante Alighieri” (Ravenna), caserma “Cairoli” (Pavia), caserma “Cavalli” (Novara) e caserma “Milano” (Bari).

L’accordo di programma sottoscritto da Comune, Demanio, Difesa costituisce variante di destinazione d’uso e va completata entro 90 giorni e ratificato dal Comune entro 30 giorni con delibera del consiglio. Approvata la variante urbanistica, Demanio e Difesa (limitatamente a immobili in uso al medesimo e non più utili alle sue finalità istituzionali) procedono alla valorizzazione attraverso vendita, concessione o costituzione del diritto di superficie degli immobili. Se non si arriva all’accordo di programma entro i termini è possibile chiedere l’intervento di un commissario ad acta che «provvede alle procedure necessarie per la variante urbanistica», in questo caso però gli enti locali coinvolti perdono la quota dei proventi della valorizzazione.

Sole24ore